Sognando la California

Diario del mio periodo di studio a Palo Alto

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Location: Mountain View, CA 94040, United States

Wednesday, November 29, 2006

Thanksgiving

Giovedì scorso era il Giorno del Ringraziamento, quando tutti gli Americani si sentono più buoni, inclusi i tacchini. E' forse la festività più sentita da tutti gli Americani di ogni razza e religione, addirittura più del Natale. Questo probabilmente è dovuto al fatto che non è una festa religiosa e nemmeno politica, ma una festa legata alla storia comune di tutti gli Americani, alle loro origini. Per dirla con le parole di una bambina di 8 anni alla recita organizzata dalla scuola (me lo hanno raccontato): "Il Giorno del Ringraziamento è una grande festa per ricordare quando i nostri antenati hanno attraversato l'oceano, hanno ucciso tutti gli indiani e hanno conquistato l'America".
Sono proprio contento perchè ho "sentito" molto il giorno del Ringraziamento, sono riucito a viverlo anch'io, forse grazie al fatto che ormai vivo a stretto contatto con molti Americani. E' importante secondo me partecipare emotivamente alle usanze di un popolo di cui si è ospiti. Mercoledì tutti erano contenti e si scambiavano gli auguri, molti hanno finito di lavorare prima perchè partivano per andare a trovare i propri parenti lontani... anch'io ho scritto "Happy Thanksgiving" nelle mail che ho spedito.
Il mio professore è stato molto gentile e mi ha invitato a cena a casa sua, così ho potuto mangiare un vero tacchino, preparato con cura la sera prima e fatto rosolare per 5 ore, con tanto di stuffing, cioè ripieno a base di pane, patate dolci, uvetta, mirtilli rossi e altre cose indicibili che non voglio nemmeno ricordare. I miei amici invece hanno accettato l'invito di Leonard, un cinese che aveva detto di sapere la ricetta tradizionale del Thanksgiving turkey. Io li avevo avvertiti: "Guardate che è un cinese e il tacchino secondo me ve lo fa fritto..". Ebbene sì: mi hanno raccontato che arrivati a casa di Leonard hanno trovato un fornello a butano nel giardino con sopra un enorme pentolone pieno d'olio (e non oso immaginare che olio) con dentro il tacchino! Il ripieno a base di ostriche, proprio la tipica ricetta americana!

Wednesday, November 22, 2006

Sailing on the Bay

Domenica ho finalmento realizzato uno dei miei sogni: sono uscito in barca sulla baia, sono passato sotto al Golden Gate con lo spinnaker entrando "ufficialmente" nell'Oceano Pacifico e, dopo uno splendido tramonto, siamo rientrati in porto navigando dolcemente di fronte ad una spettacolare San Francisco by night.
Qui le cose funzionano molto più semplicemente che in Italia: ci sono dei siti Internet dove ci si può iscrivere gratuitamente e dove si può mettere un annuncio del tipo "Ciao, mi chiamo Eugenio, amo la vela e amo il mare, c'è nessuno che mi porta fuori in barca sulla Baia?". E la cosa impressionante è che mi hanno risposto in tre! Ho scoperto che qui è abbastanza comune per chi ha una barca cercare qualche membro dell'equipaggio aggiuntivo da ospitare gratis, solamente per avere compagnia! In Italia il Velamare ti farebbe pagare anche solo perchè hai avuto l'idea di uscire in barca! Poi ogni volta che conosco degli Americani nuovi per me è una vera e propria esperienza culturale, ci si rende conto di come è vario il mondo.
Passiamo a descrivere i membri dell'equipaggio di Dixie, il 33 piedi su cui sono uscito domenica. Il proprietario è Dan, un infermiere che lavora nell'Emergency Room (sì, è proprio l'ER, quella del telefilm). Se non fosse per la panza tipicamente americana, quando timona letteralmente con i piedi, con la sua berretta in testa e le sigarette che accende una in fila all'altra, sembrerebbe un vero e proprio lupo di mare. Viene dall'Alabama, e spiega che in Alabama "Everybody can use a gun". Racconta che uno dei giochi preferiti degli adolescenti è andare sulla riva di un torrente con una cassa di birra, berle tutte, buttare le lattine nell'acqua e poi fare a gara a colpirle con un M16 ("C'è stato un periodo in cui con 10 bucks se ne trovavano buoni di seconda mano..."). Lui e i suoi amici erano ad uno stadio più evoluto del gioco, in quanto lo facevano con le mini bottiglie di rum, come quelle che si trovano nei minibar degli alberghi: sono molto più piccole di una lattina e devi scolarti il rum e non la birra, per cui bisogna avere una mira molto migliore.
Poi c'è Kelly, la fidanzata di Dan (precisazione: sia Dan che Kelly hanno 50 anni). Sembra uscita da un film. Non smette un attimo di parlare, vuole imparare l'italiano, le piace particolarmente il suono della parola "lupo di mare" e di "bugiardo". Continua a chiamare il suo fidanzato "Honey" rasentando il grottesco.
"Honey, mi verseresti un bicchiere di vino bianco? Se non puoi versarmelo adesso anche dopo, quando sei più comodo, Honey"
"Certo Darling, lasciami solo un attimo così finisco di virare ed evitiamo di schiantarci contro il pilone del Bay Bridge"
"Ok Honey... I know you are a master...a master in everything...my master" (testuali parole, pronunciate con tanto sentimento).
Dopodiché c'è Dave, detto anche George W. dagli amici per la sua impressionante somiglianza con il Presidente. Ovviamente naviga con in testa un cappello da cowboy texano. Racconta storie degne dei migliori romanzi, come quando si è trovato sotto il Golden Gate con 75 nodi di vento, in piedi sul bordo della barca completamente sdraiata sull'acqua, con la randa in acqua, e ha detto al suo equipaggio che chiedeva se doveva mettersi il salvagente "Ormai è troppo tardi, dobbiamo farcela senza salvagente!"; oppure come quando si è perso nella nebbia appena fuori dalla baia e dopo aver cercato invano per ore di orientarsi con i segnali sonori è stato tratto in salvo da un rimorchiatore di passaggio. All'atto pratico sbaglia clamorosamente una virata, cerca di issare la randa col vento in poppa e arma lo spi col tangone dalla parte sbagliata. Possiede però una macchina fotografica con un obiettivo più lungo del mio braccio, con la quale scatta fotografie dai posti più impensabili... sono in attesa delle sue foto!
Ultimo americano è Greg, che nella vita fa il pompiere, l'unica persona la cui esperienza marinara mi è parsa veramente ragguardevole.
Denominatore comune a tutti questi personaggi: l'alcool. Hanno iniziato la giornata secondo la loro tradizione, cioè facendo un brindisi con il rum, a cui anche il mare partecipa (si versa in acqua un bicchiere di rum per propiziarselo). Dopodiché si passa alle birre (innumerevoli) e alle bottiglie di vino, tutto rigorosamente a stomaco vuoto. Quando sono sceso sottocoperta sono rimasto senza parole: Dan possiede una collezione di vini, rum e whisky degna delle migliori cantine, e di certo non lascia le sue bottiglie ad ammuffire! Ma la cosa ancora più impressionante è che nonostante quello che abbiano bevuto sono rimasti tutti pressoché sobri!
Al di là degli scherzi sono una comitiva di persone davvero simpatiche e molto ospitali, d'altra parte quando hai un equipaggio di quattro persone che sono amiche e si conoscono che motivo c'è di invitare a bordo altri quattri sconosciuti (io, Paolo e due francesi)? That's America!

Tuesday, November 21, 2006

Povero ascensore!

Vi ricordate la mia collega di ufficio che nonostante abbia tre figli ha una partner di nome Anne? Come già detto pesa circa 200kg. E' successo l'irreparabile: il tendine del suo piede sinistro ha ceduto sotto al suo peso, e deve usare le stampelle per un mese. Così non può più fare movimento fisico e la sua situazione non potrà che peggiorare, l'unica cosa che faceva probabilmente erano le scale, ormai non può più fare neanche quelle e prende l'ascensore... è un circolo vizioso! Anche il tecnico informatico a causa dei suoi 100kg ha un problema alle ginocchia, anche lui non fa più le scale e prende l'ascensore...

Twin Peaks

Non è il nome di un telefilm... è il nome di due colline a sud di San Francisco che dominano la città con una vista mozzafiato. E visto che sono in vena di fotografie by night, sotto potete vedere una foto scattata dal mio amico Bax con la sua mitica reflex digitale da un altro punto panoramico della baia.

Alcatraz

Sabato scorso sono finalmente andato ad Alcatraz. Vale la pena andarci anche solamente per la splendida vista di San Francisco che si ha dal traghetto, ed in ogni caso la visita guidada alle celle è veramente interessante. In fondo non capisco perchè i prigionieri si lamentassero tanto e cercassero tutti di scappare... Sei su una bellissima e tranquillissima isola in mezzo ad una delle baie più belle del mondo, hai una confortevole cella di 2,5 x 1,5 m con vista su San Franisco (vogliamo mettere?) con tanto di materasso, biancheria pulita e vitto gentilmente offerti dalla casa. Per di più hai anche la doccia calda gratis! Io avrei fatto la firma per starci!Eh sì, ai detenuti veniva fatta fare apposta la doccia calda in modo che non fossero abituati all'acqua fredda nel caso volessero tentare la fuga. San Francisco è a neanche 2 km di distanza, ma l'acqua della baia è 12-15 °C e ci sono correnti fortissime... tanti hanno provato a scappare e non ce l'hanno fatta, solamente 5 casi sono ancora irrisolti: detenuti che sono riusciti ad evadere e si sono buttati in acqua, ma di cui non si è più saputo nulla. Ce l'avranno fatta? Oggi avrebbero tutti più di 80 anni...

Tuesday, November 14, 2006

La mia prima "un-conference"

Venerdì scorso andato al MySql camp, la mia prima "un-conference". Una un-conference è una conferenza dove i partecipanti possono decidere di cosa parlare e possono improvvisare un panel, una sorta di conferenza wiki. Praticamente c'è un sito internet wiki dove è possibile trovare l'elenco dei partecipanti, le sale disponibili per la conferenza e i panel proposti. Per iscriversi è sufficiente modificare la pagina e aggiungere il proprio nome, la stessa cosa per proporre un panel. Ovviamente c'erano anche delle sessioni proposte a priori da MySql, però l'idea secondo me è molto carina.
L'apertura della conferenza (o meglio dell'a-conferenza) è stata molto insolita, infatti il tavolo dei relatori era vuoto. Anziché il solito saluto del chairman, che alla fine dice sempre le stesse cose, tutti i partecipanti si sono presentati uno ad uno dicendo chi fossero e perchè fossero lì. Ed essendoci circa 150 persone la cosa ha richiesto più di un'ora, però è un ottimo modo per conoscere le persone, o meglio per capire chi vale la pena conoscere. E' stato un evento davvero interessante, sia per gli argomenti trattati che per le persone che ho conosciuto, tra cui il sig. Monty, il finlandese fondatore di MySql (sapevate che My in realtà è il nome di sua figlia?).
Ma veniamo agli aspetti faceti. A questa conferenza ce n'era veramente di ogni. Qui accanto vedete Chip (che per ironia della sorta in inglese vuol dire "Scheggia" o comunque "Frammento"), l'uomo più grasso che abbia mai visto nella vita mia. Probabilmente dalla foto non si riesce a capire, ma era talmente grasso che si è dovuto sedere per terra perchè le sedie avevano i braccioli ed erano troppo strette per lui e quando è andato il bagno ha dovuto usare quello degli handicappati perchè la porta degli altri gabinetti era troppo stretta. Gli altri partecipanti alla conferenza, provenienti da praticamente tutto il mondo, costituivano un vero campionario di tutte le diverse tipologie di individui appartenenti alla razza umana. Si andava dal vero "original" sviluppatore open source, che nella sua vita non ha mai visto molto oltre ad un computer (quello che qua si chiama "geek" e che da noi si chiama smanettone), con la pancia, la maglia macchiata di caffè, il cappello da baseball storto e le calze rigorosamente bianche, a un VP di Oracle in camicia e pantaloni venuto a scoprire cosa bolle in pentola; dal texano con il tipico cappello e gli stivalazzi di pelle allo stilista inglese, chiaramente omosessuale, con una maglietta grigia attillata e una sciarpa e un basco rossi coordinati, che ha deciso di creare un database con i dati dei suoi clienti ed è venuto a curiosare.Su più di 150 partecipanti c'era una sola donna, molto attiva e pronta appunto ad incarnare la parte della prima donna. Assomigliava parecchio a Lisa Simpson per il suo modo di fare, se non fosse per il suo sedere a contrabbasso e i capelli lunghi fino a metà schiena (abbastanza di moda tra le americane). La cosa però che immediatamente saltava agli occhi è che mentre gli altri parlavano lei con una mano scriveva sul suo laptop e con l'altra lavorava a maglia...
A pranzo poi ho assistito ad una scena esilarante. Diciamo che ho conosciuto dal vero non solo Lisa, ma anche Homer Simpson. C'era questo americano, pelato e con la panza, che aveva preso la bistecca al buffet e poi si è venuto a sedere al tavolo come tutti gli altri. Si accorge di non aver preso le posate. Si guarda un po' intorno con aria perplessa, poi decide che alzarsi per andarle a prenderle è troppo faticoso e incurante di tutto e di tutto prende la bistecca con le mani e comincia a divorarla.

Tra orsi e sequoie

E' un po' che non scrivevo sul blog, vero? Il tempo purtroppo è tiranno... Cercherò di rimediare mettendo un po' più fotografie del solito, tutte scattate al parco di Yosemite, dove sono stato con i miei genitori ormai due settimane fa. Li sì che la natura è incontrastata e che si vedono distese di alberi senza il segno dell'uomo... con i colori dell'autunno il paesaggio è stupendo.
Una cosa caratteristica del parco di Yosemite sono gli orsi, che anche se vengono chiamati "black bears" in realtà sono orsi bruni e non grizzly. Purtroppo non sono riuscito a vederne neanche uno dal vero, perchè gli orsi bruni hanno molta paura dell'uomo e non si avvicinano mai di giorno alle zone abitate. I ranger hanno addirittura detto che se si incontra un orso bruno e si comincia ad urlare lui si spaventa e scappa. Bisognerebbe provare. Quello che vedete qui sopra è un contenitore "anti-orso". Nel parco se ne possono trovare a centinaia lungo le strade e nelle zone attrezzate per la sosta. Il fatto è che gli orsi bruni sono carnivori solo per il 20-30% della loro dieta e si cibano anche di erba, foglie e bacche, tutte cose a basso contenuto calorico. Potete immaginare la felicità dell'orso quando incontra uno zaino con dentro cibo per qualche migliaia di calorie (stiamo parlando di americani). Anche se lo zaino è dentro alla macchina l'orso lo sente dall'odore e "apre" la macchina. Ho visto foto di macchine devastate dagli orsi, è impressionante. Quindi non bisogna lasciare mai cibo in macchina o in giro, ma metterlo negli appositi contenitori anti-orso. Il cartello sopra al contenitore si raccomanda di chiudere anche la clip elastica che blocca il catenaccio, perchè gli orsi sono animali molto intelligenti e sono in grado di tirare il catenaccio e aprire il contenitore (che a questo punto contiene decine di migliaia di calorie). Un ranger mi ha addirittura raccontato che quest'estate quando faceva il suo giro di pattuglia serale per un campeggio ha notato un macchina con la portiera aperta, ma senza dentro niente. La sera dopo la stessa cosa. La terza sera si è appostato e ha visto un orso che si avvicinava alla macchina, che incautamente o fortunatamente non era chiusa a chiave, tirava la maniglia, apriva la portiera, prendeva lo zaino e se ne tornava nel bosco. In una scala di intelligenza dove il cane è 31 e il gatto è 32 l'orso è 59! Probabilmente si era appostato ai bordi del campeggio aspettando il momento giusto per andare a cercare del cibo, e nell'attesa non aveva altro da fare che osservare quello che gli stava intorno. Così ha collegato che se "toccava" la macchina in quel determinato punto la portiera si apriva e la cena era servita.

Altra attrazione del parco sono le sequoie. Non avevo mai visto una sequoia in vita mia e l'effetto è affascinante. La fotografia non dà l'idea delle proporzioni, ma nello squarcio della sequoia di destra, causato da un incendio, può passare un camion. E la corteccia delle sequoie è molto piacevole, perchè è rossastra e al tramonto il riflesso dei raggi del sole crea un effetto quasi magico. Sopra vedete una pigna lunga 35 cm (l'altra è una pigna normale, come quelle che ci sono da noi). All'inizio io avevo subito pensato che fosse la pigna di una sequoia...per un albero grande... ci vuole una pigna grande, invece ho scoperto che le sequoie hanno delle pigne piccolissime e che quell'arma impropria di pigna proviene dal "sugar pine", una varietà di pino. Le pigne rimangono attaccate agli alberi per 2 anni finché non cadono, e non vorrei trovarmi sotto al pino in quel momento...

Balene o squali?

Surfisti! A Santa Cruz, tutti in attesa dell'onda giusta. Quando arriva l'onda si scopre che il 90% sono surfisti "della domenica" come potrei essere io e solamente pochissimi sono veramente in grado di cavalcare l'onda. Perchè soffro il freddo però mi piacerebbe provare... anzi mi sa che prima o poi provo!

Monday, November 06, 2006

My partner...

Oggi ho scoperto una cosa che mi ha lasciato abbastanza impressionato, si vede che la mia mentalità è troppo tradizionalista. La mia collega di ufficio (3 figli tra i 3 e i 10 anni, a giudicare dalla foto probabilmente oltre i 200 kg in tutto, con lei si sfiora la mezza tonnellata) si lamentava del fatto che "My partner" avesse poche ferie (2 settimane, che è tanto qui negli States, dove alcune aziende danno anche una sola settimana di ferie all'anno!) e che non riesce mai ad andare in campeggio. A quel punto io per curiosità le ho chiesto che lavoro facesse "your husband". Lei mi ha guardato un po' male e poi mi ha risposto: "My partner, Anne, ...".
Non ho osato chiederle da dove vengano i tre bisonti... cioè volevo dire i tre figli.

Wednesday, November 01, 2006

10 Shot at San Francisco Halloween Party

Gli Americani sono proprio dei pazzi...
Ieri sera non sono andato alla festa di Hallowen a San Francisco perchè ci sono qui i miei genitori, che sono venuti a trovarmi, e ho deciso di stare con loro. Benomale! Leggete cosa è successo:
http://abcnews.go.com/US/wireStory?id=2620655&page=1

New York

Questo week-end sono stato a New York. E' una città estremamente affascinante, probabilmente un caso unico in America, insieme a S.Francisco. Il panorama dal ponte di Brooklyn o dalla cima dell'Empire State Building è mozzafiato, non penso di aver mai visto così tanti grattacieli e così alti in vita mia.
New York è una città da camminare. E' bello girare per le strade all'ombra dei grattacieli, in mezzo ai grandi magazzini di tutte le più famose marche; girare fra le viette dei quartieri di downtown, Soho, Greenwich Village, immersi nel verde, o meglio nell'arancione data la stagione. Non so quante miglia a piedi mi sono fatto, dalla St. John Cathedral a Lower Manhattan, passando da Central Park, che per molti newyorkesi è il vero cuore di New York, o meglio il polmone. La cosa che lascia sempre un po' perplessi quando si visitano queste città straniere è la mancanza delle piazze. Time Square è molto bella, una Piccadilly Circus al cubo, con tutte le pareti dei palazzi per legge ricoperte di insegne pubblicitarie al neon. Però è un incrocio di strade, non una piazza. Altra cosa abbastanza destabilizzante sono i taxi. I taxi costano molto poco e sono convenienti, solamente che non hanno un numero di telefono e neppure un parcheggio riservato. Per prendere un taxi si fa proprio come nei film: ci si mette sul bordo della strada e si alza la mano (you hail a cab). E' molto bello recitare questa scena perchè ti senti come in un film, ma la cosa diventa molto meno piacevole alle 6 di sera sotto la pioggia quando devi stare venti minuti in mezzo alla strada con la mano alzata prima che arrivi un taxi libero. E' così comodo telefonare...
Mi hanno detto che stanno ricostruendo le Torri Gemelle e che dovrebbero essere finite nel 2009 (in realtà per ora Ground Zero è ancora un buco nel terreno): un'ottima scusa per tornare a New York!

Halloween

Gli americani per Halloween diventano letteralmente pazzi: vendono zucche ovunque e di tutte le misure, i locali sono tutti addobbati in stile “horror”, hanno addobbato perfino l’università!

Oracle OpenWorld e i venditori americani

La scorsa settimana sono andato ad Oracle OpenWorld, un evento paragonabile al nostro SMAU, solamente che è organizzato da una sola azienda. C'erano 42.000 persone e S.Francisco era invasa dai partecipanti, ben riconoscibili dal badge attorno al collo.
Per poter arrivare alla sala dove si tenevano i keynote speech ho dovuto attraversare la sala dedicata agli "espositori", rappresentanti di tutte le aziende informatiche e di servizi dalla più piccola e sconosciuta fino a nomi come Dell, Deloitte e AMD. L'esposizione era organizzata in perfetto stile americano, con campi da golf in miniatura a disposizione dei potenziali clienti, pareti di arrampicata per visualizzare in modo concreto la mission di un'azienda che vuole "andare oltre ogni limite", banchetti che regalavano dolciumi immondi e ogni altro genere di junk food. La cosa peggiore però sono i venditori americani. Giovani rampanti e in carriera adocchiano il tuo nome leggendolo dal bagdge, a quel punto ti seguono mentre cammini e cominciano:
"Hi Eugenio! How is it going?" (Ma chi sei? Manco ti conosco!)
"Well, thank you. I was just going to the keynote speech room".
"Oh, great! Do you know XYZ?"
A quel punto non facevo in tempo a rispondere "NO grazie" che lui mi aveva già messo in mano un gadget insulso e continuava:
"We are a consulting firm in Silicon Valley and we....bla bla bla..."
A quel punto scappavo. Dopodiché mi è capitato di fare l'errore di guardare verso uno stand anziché tenere lo sguardo fisso davanti a me (tra le altre cose l'esposizione era organizzata come un vero e proprio labirinto, arrivare alla sala della conferenza era volutamente molto difficile!). Un venditore mi ha subito adocchiato, come buttare benzina sul fuoco.
"Hi! How are you? I'm sure you are already a customer!"
"Well, I don't think so... I'm a PhD Student at the moment".
"Oh, you never know... let me check your name, I'm SURE you are one of our customers!"
Va beh, fagli controllare il nome... A quel punto la conversazione rasenta il grottesco:
"Oh! We never did business together before! What a pity! Are you interested in a partnership?"
"As I told you I'm a student..." (...e in ogni caso non so chi sei e neppure che cosa vendi!)
"But what is your company? What is your target market?"
A quel punto ho capito che era un caso disperato e sono scappato di nuovo (non senza essermi accaparrato due o tre gadget, almeno quelli...)
Altro incontro, sempre abbordato mentre cammino fra gli stand:
"Hi Eugenio! Are you looking for something in particular here?"
" Yes, I'm looking for commercial Open Source companies or software houses which use Open Source for some of their applications"
"Do you know XYZ? We sell mass storage devices"
"Yes, but I'm looking for software companies, not hardware..."
"Why don't you sit here and look at a demo of our disaster recovery solution ?"
Un altro caso disperato.
Alla fine sono riuscito ad arrivare alla sala della conferenza vera e propria. Ci saranno state almeno 3 o 4 mila persone, penso di non aver mai visto una sala così grossa. Anche la presentazione è avvenuta in perfetto stile americano, con il CEO di Oracle che sale sul palcoscenico seguito dal fascio di luce di un faro mentre cammina, con musica trionfale in sottofondo. Parla camminando a destra e sinistra sul palco enorme, come se dovesse incitare la folla. Viene ripreso da svariate telecamere che proiettano la sua immagine sui maxischermi sparsi per la sala. Indossa una giacca blu e una camicia senza cravatta. Rossa. Non usa slide, ma video e cartoni animati appositamente realizzati per il suo discorso. La regia è perfetta.
Ad un certo punto colpo di scena: gli altoparlanti cominciano a diffondere un inno patriottico che esalta il Texas, si spengono le luci e fa la sua entrata trionfale Michael Dell, il fondatore nonché CEO della Dell. Pensate che nel 1984 ha cominciato investendo solamente 1000 dollari e ora ha 85 milioni di contratti di servizio in tutto il mondo. I due CEO si siedono su degli sgabelli e cominciano a discutere di quello che faranno insieme in futuro, come se fossero ad un talk show.
Ascoltare questi keynote speech è sempre interessante, anche se in questo caso erano molto orientati al marketing... d'altra parte la conferenza si chiamava Oracle OpenWorld... In ogni caso alle conferenze americane non ci si annoia mai, sembra di essere a teatro!