Sognando la California

Diario del mio periodo di studio a Palo Alto

Name:
Location: Mountain View, CA 94040, United States

Friday, March 16, 2007

The End

Ormai ci siamo. Tutto è pronto: ho venduto la macchina, venduto i mobili, chiuso tutte le utenze, salutato tutti (e ci è voluto molto tempo), chiuso le valige (o quasi), e riportato indietro il cable modem. Negli ultimi giorni ho praticamente smontato pezzo per pezzo la vita che poco alla volta mi sono costruito partendo da zero. Quando sono arrivato avevo solamente due valige e una prenotazione per una camera di albergo (e una carta di credito, che qui vuol dire parecchio...). Mi sembra ieri.
Ora sono seduto su una panchina davanti a casa con il mio laptop e sono connesso a GoogleWifi. Sto controllando le condizioni del traffico per andare a cena a Cupertino fra pochi minuti. Nonostante viva qui da 6 mesi ancora non mi sono ancora del tutto abituato a questo stile di vita "sempre connesso". Il sole sta tramontando davanti a me (qui c'è già l'ora legale). Ci sono più o meno 20°C, oggi ce n'erano quasi 26. Come quando sono arrivato a settembre...
E' una strana sensazione. Da un lato sono contento di tornare a casa, di rivedere tutte le persone a me care e di ricominciare la mia routine, dall'altro mi manca già la California, le persono che ho conosciuto qui, la mia nuova vita qui. E' stata veramente un'esperienza unica e indimenticabile. Diciamo solo indimenticabile, perchè spero di poter fare altre esperienze simili in futuo :-) Goodbye California!!!

Tuesday, March 13, 2007

Breaking news

Al Giapponese non piace il sushi!! Come dire un italiano a cui non piace la pastasciutta...

Monday, March 12, 2007

San Francisco voglio ricordarla così

E già, ormai siamo agli sgoccioli. Come dicono gli Americani, sono in fase di "wrap-up".
Il mio network velico nella valley si è espanso in questi mesi, e ieri sono stato invitato a partecipare ad una regata. Barca stupenda, Sabre 36, attrezzata con vele e regolazioni da regata, un timone così sensibile non l'ho mai usato. In realtà, come in tutte le regate che si rispettino, Murphy ha avuto la sua parte ed è venuto a mancare l'elemento fondamentale: il vento. Sabato in spiaggia ad Half Moon Bay c'era un vento che non si riusciva quasi a camminare, ieri a S. Francisco 0.0 knots. Regata annullata. Fortunatamente siamo usciti lo stesso in barca e nel pomeriggio si alzata un po' di brezzolina che ci ha permesso di divertirci un po'.
Sono contento di aver passato così il mio ultimo week-end a San Francisco. La baia azzurra e scintillante sotto ad un caldo solo primaverile (25°C), barche a vela all'orizzonte, la tipica nebbia estiva della baia che avvolge la città. San Francisco voglio ricordarla così.

Sunday, March 04, 2007

Big Sur

Eh sì, ormai i week-end californiani sono agli sgoccioli, proprio quando l'estate è alle porte... (qui ormai di giorno ci sono 2o°C). E per sfruttare al meglio le poche occasioni che mi sono rimaste oggi ho fatto un po' di km e sono andato a Big Sur, lungo la costa pacifica verso Sud. E' un posto meraviglioso, e le vedute dell'oceano dall'alto della scogliera sono davvero mozzafiato.

Il charity event

Si tratta di un'attività di beneficenza organizzata dall'università a cui chi vuole può partecipare. I Californiani sicuramente sono più materialisti di noi e lasciano ben poco spazio allo "spirito", però sono fissati con la "charity": raccolte di beneficenza, attività di beneficenza, istituti di beneficenza... non che sia una cattiva cosa, per carità!
Nel nostro caso siamo andati per due ore presso un istituto che raccoglie donazioni in generi alimentari per poi distribuirle alle famiglie che ne hanno bisogno. Sono rimasto molto sorpreso quando mi hanno detto che per lo più si tratta di persone americane, e non di immigrati. Fa impressione pensare che nella Silicon Valley, una delle regioni più ricche di uno degli stati più ricchi e potenti al mondo, ci sia ancora chi soffre la fame - mentre le tasse che paga vengono spese in armamenti e missili intelligenti.
Il lavoro consisteva nel prelevare le varie cibarie da un container ed assemblare degli scatoloni che contenessero generi alimentari di un po' tutte le tipologie. Penso di non aver mai visto così tante porcate in vita mia. Ovviamente si trattava di tutti alimenti in scatola o comunque a lunga conservazione, però io i maccheroni al formaggio "pronti all'uso" in una scatola di latta non li avevo mai visti. Per non parlare delle "linguine Alfredo" sotto vuoto, non occorre neppure conservarle in frigorifero. E tanto, tanto "Spam", non le e-mail indesiderate, lo Spam originale!
Alla fine della fiera in 2 ore di tempo il nostro team di 10 persone è riuscito a confezionare 180 scatoloni, ed eravamo molto soddisfatti del nostro lavoro! Devo dire che questo tipo di attività al di là di farti sentire bene perchè fai qualcosa per il prossimo contribuiscono a creare spirito di gruppo, cosa che sul lavoro gli Americani sanno fare bene. Vedere il Preside della tua facoltà tutto sudato mentre solleva scatoloni e dire al tuo professore "Passami un po' di spam quando ti capita sottomano, io se vuoi ti do in fagioli" è un'esperienza a dir poco divertente!

Tuesday, February 20, 2007

La junk food area del Great Mall

Anche il Great Mall è una parte di America che bisogna visitare. E' il passatempo preferito degli Americani la domenica pomeriggio, anche se non hanno niente da comperare e fuori c'è il sole. E' un città nella città, dove si può trovare di tutto, sia in termini di prodotti che di casi umani.
La cosa più impressionante è il quartiere (sì, il centro commerciale è organizzato in neighborhood) dedicato al cibo. In quest'area si possono trovare uno in fila all'altro tutti i fast food esistenti al mondo, da McDonald a PizzaHut, dai fast food messicani a quelli tailandesi, vietnamiti e mongoli. Le schifezze che vendono sono inimmaginabili. Eppure i tavoli erano gremiti da famiglie con tanto di bambini obesi con la bocca piena e le mani unte anche alle 4 del pomeriggio!

Ecco la Silicon Valley

Ecco la Silicon Valley vista dall'alto! Sabato scorso il tempo era splendido, 22 °C, quindi ne ho approfittato per andare a fare una camminata al San Antonio Rancho, un immenso parco situato vicino a Cupertino. Un'ora e mezza di camminata in salita, oltre che al simpatico incontro con alcuni cerbiatti, ci ha dato la soddisfazione di una vista a 36o° sulla valle.
In primo piano risalta il campanile di Stanford, e la giornata era così limpida che sullo sfondo si intravede San Francisco. Qui sotto invece potete vedere Mountain View e il campus di Carnegie Mellon, ben riconoscibile grazie all'hangar della Nasa.

La ricercatrice americana

La scorsa settimana al lunch meeting ho assistito ad una presentazione molto curiosa. L'oratrice era una professoressa che sta girando tutta l'America per evangelizzare il mondo con i risultati del suo lavoro. Descrizione del personaggio: capelli lunghi e incolti; jeans neri; maglietta nera; cellulare appeso sul lato sinistro della cintura; badge e chiavetta USB appesi sul lato destro; borsello infilato nella tasca posteriore dei pantaloni; inutile dilungarsi sul peso.
La tizia in questione si occupa di Human Computer Interaction e ha sviluppato un tool che permette di disegnare interfacce più user friendly per le applicazioni software. Dopo aver lavorato al tool per 20 anni e aver scritto più di 100 pubblicazioni, si è improvvisamente resa conto che nessuna azienda utilizzava la sua applicazione.Questa constatazione le ha aperto gli occhi, e da 5 anni a questa parte ha deciso di fare ricerca sul perchè le aziende non utilizzano il suo tool. Ora che ha trovato una risposta, come detto sta girando le varie università per diffondere i risultati della sua ricerca. La risposta è contenuta in una presentazione di PowerPoint ed è così sintetizzabile: 1) il tool è troppo complicato da imparare e utilizzare; 2) i benefici apportati sono troppo ridotti.
Però ha 100 pubblicazioni...

Gli esperimenti del Japan

Gli esperimenti del Japan continuano alla grande! Praticamente ha "cablato" un ufficio con cavi di rete che scendono dal soffitto per poter comandare il suo aspirapolvere mobile (Roomba). Adesso ho anche capito a cosa servivano i sensori a cui stava lavorando: la sua idea è di utilizzarli per guidare l'aspirapolvere in modo che nei suoi lavori domestici possa evitare ostacoli come mobili oppure persone.

Tuesday, February 06, 2007

Le balene e la Queen Mary II

Domenica siamo andati a fare whale watching con un giro organizzato (barca a motore questa volta).
Siamo andati alle Farallon Islands, un meraviglioso gruppo di isolette 20 miglia al largo di San Francisco. Le isole sono un parco naturale e non è consentito sbarcare, ma d'altra parte l'approdo sarebbe pressoché impossibile per gli innumerevoli scogli e per la violenza dell'oceano in quella zona.
E' stata la prima volta che navigavo seriamente in oceano. E' una sensazione strana: ci sono onde molto più alte che nei nostri mari, però molto più dolci e cadenzate, quasi come se volessero farti capire che arrivano da molto lontano. E' impressionante guardare verso l'orizzonte: l'oceano assomiglia a un'immensa distesa di colline verde acqua, che continuano a salire e scendere, salire e scendere...
Questo periodo dell'anno è particolarmente favorevole per il whale watching, in quanto le balene grigie migrano dall'Alaska alla California meridionale. Abbiamo dovuto aspettare alcune ore prima di imbatterci in un gruppo di balene, ma una volta trovatolo basta seguirlo ed è facile fare numerosi avvistamenti. Quello che si vede è uno spruzzo d'acqua (il "fiato" della balena che si condensa), poi la schiena della balena e infine il colpo di coda (fluke). La schiena e la coda delle balene sono enormi, ma il movimento è immensamente armonioso e naturale. Il capitano della barca era un esperto e appassionato whale watcher, di quelli che riconoscono immediatamente il tipo di balena guardando il tipo di spruzzo. Quando avvistava una balena cominciava a gridare col microfono come un indemoniato, accelerava a tutta birra in direzione della malcapitata (causando numerose "docce" ai passeggeri) e quando questa dava il colpo di coda fuori dall'acqua esultava come durante una partita di calcio. Comunque è stato bravo perchè abbiamo avvistato circa 12 balene, ognuna delle quali è emersa in superficie svariate volte, donando a tutti i passeggeri momenti di gioia!
E' molto difficile fotografare le balene grigie, perchè stanno fuori dall'acqua pochissimi secondi, quindi non sono riuscito a fare belle fotografie. In compenso qui a fianco trovate la fotografia di una balena bianca che era sulla barca.
La parte più bella ed emozionante dell'escursione però doveva ancora venire!
Quando ho prenotato il giro infatti ero del tutto ignaro che domenica scorsa fosse una data importante, a parte che per la finale del Super Bowl.Domenica tutta San Francisco attendeva l'arrivo della Queen Mary II,
una nave da 151mila tonnellate, lunga più di 400 metri, la nave più grossa mai entrata nella Baia. La Queen Mary II sta facendo il giro del mondo (costo dell'intera crociera: 81.000$ !) e dopo aver doppiato Capo Horn ha fatto scalo a San Francisco per imbarcare 2000 passeggeri.
La scena quando la Queen Mary II è passato sotto al Golden Gate suonando la sirena era davvero emozionante, come in un film, anzi molto di più! Il ponte era gremito di persone festanti, la baia era invasa di imbarcazioni di ogni tipo (più di 400, secondo il San Francisco Chronicle), inclusa la O'Brian, una vecchia nave da guerra-museo mobilitata apposta per l'occasione, io ho contato almeno 12 elicotteri. La ressa era tale che una motovedetta dei pompieri ha dovuto "scortare" la nave azionando gli idranti per tenere lontano la miriade di barche che le davano il benvenuto.
Insomma, uno spettacolo indescrivibile! E soprattutto unico!
Potete vedere un filmato della scena a questo link:

Il Giapponese è strano

Il Giapponese in questi giorni è veramente strano. L'altro giorno ha riempito l'ufficio di sensori "per sentire la presenza delle persone", un po' come quelli che accendono la luce quando ti muovi. Mi ha spiegato che è per la ricerca che sta facendo.
Ieri l'ho trovato addormentato sul divano (e sì, qui in università ci sono i divani!).
Oggi ha collegato un aspirapolvere motorizzato al suo computer e lo sta pilotando con la tastiera facendolo muovere in tutta la stanza... non sto scherzando!

Point Reyes

Sabato scorso siamo andati a visitare Point Reyes (la "Punta del Re") un parco naturale sulla costa a nord di San Francisco. La costa occidentale degli Stati Uniti è molto meno urbanizzata di quella orientale, e questo rende l'Oceano Pacifico ancora più meraviglioso e mozzafiato. E' possibile vedere distese immense di prati vicino a scogliere e spiagge spazzate dalle ondi incessanti.
Point Reyes è famoso anche perchè è attraversato per tutta la sua lunghezza dalla faglia di San Andrea, dove nel 1906 due lembi di terra si sono spostati di ben 5 metri, causando una catastrofe inimmaginabile. Oggi nessuno direbbe mai che questi prati sono stati l'epicentro di un terremoto tremendo, e bisogna guardare un plastico per capire la morfologia della faglia.
La parte più interessante del parco però è stata la colonia di elefanti marini che abbiamo visto nel pomeriggio. Gli elefanti marini sono bestioni enormi, molto più grandi di una foca: i maschi sono lunghi 5 metri e pesano più di 2 tonnellate! Fanno un verso simile al motore di un vecchio trattore, così forte che si possono sentire a centinaia di metri di distanza. In questa stagione migrano dal mare dell'Alaska alle acqua più calde della California per accoppiarsi. Nella foto qui sotto, anche se lo zoom non è un granché, si può vedere un combattimento tra due elefanti marini maschi: i versi che facevano sono indescrivibili, si sono azzuffati letteralmente a sangue finché uno dei due non è scappato!

Thursday, January 25, 2007

Un posto terribile: lo zoo

Domenica i crucchi hanno voluto andare a tutti i costi a vedere lo zoo di San Francisco. E' stata la prima volta che andavo in uno zoo, e probabilmente anche l'ultima.
Lo zoo di San Francisco millanta di essere uno dei migliori del paese per la particolare attenzione rivolta agli animali, per l'impegno nella salvaguardia delle specie in via di estinzione, ecc. ecc.
In realtà lo zoo versa in uno stato di degrado indescrivibile: molti animali sono costretti in gabbie piccole e anguste, visivamente sporche e trascurate. L'orso bianco non ha neppure un po' di acqua in cui immergersi per rinfrescarsi, e se ne sta sdraiato su una roccia con un'espressione tutt'altra che allegra. Il gorilla se ne sta seduto in un angolo e ti guarda con una faccia quasi umana, come se volesse dire "Guarda come sono ridotto!". Il koala è chiuso in un gabbia di vetro riscaldata, di 1m x 1m, un cartello dice che fuori c'è troppo freddo per lui... Molti animali non si riesce neppure a vederli, perchè sono infastiditi dalle voci e dai rumori e se ne stanno tutto il tempo nascosti da qualche parte. E' uno spettacolo veramente deprimente.
La cosa più grottesca però sono i paradossali cartelli sparsi ovunque nello zoo che spiegano ai visitatori ignoranti perchè lo zoo è un luogo dove gli animali possono vivere felicemente. In particolare quello posto vicino al recinto delle giraffe diceva: "Le giraffe si trovano a proprio agio in questo zoo, infatti il clima è molto simile a quello della savana. La savana è caratterizzata da inverni caldi e piovosi ed estati molto calde secche. Il clima di San Francisco è caratterizzato da inverni con temperature medie e assenza di precipitazioni e da estati miti e piovose. In ogni caso le stalle sono provviste di stufe elettriche".

Unlimit your life

La settimana scorsa tutta la faculty dell'università ha partecipato ad un "retreat" in un hotel di Palo Alto, in sostanza due giorni di corso intensivo e una buona occasione per socializzare. La cosa interessante è che hanno invitato anche me e ovviamente sono andato!
Il corso è stato tenuto da uno psicologo molto famoso nella zona, e si poneva come obiettivo di insegnare a sfruttare al meglio le proprie risorse e la parte inconscia della propria mente per raggiungere i propri obiettivi. Cose del tipo chiudiamo gli occhi, respiriamo profondamente e ripetiamo tutti insieme "Sono completamente soddisfatto della mia vita"...
Insomma il tipico corso motivazionale, molto American! E pensare che ci sono aziende europee che pagano fior fior di quattrinie per mandare i propri dipendenti a "motivarsi" negli USA...
Quando il mio professore mi ha chiesto in confidenza cosa ne pensavo e io gli ho detto che ho trovato il corso moolto American, lui mi ha detto "No! E' molto Marine!". Marine è un paese a nord di San Francisco particolarmente ricco, famoso perchè ci sono gli psicologi anche per i cani!
Una nota di colore: in una fase del corso ciascuno ha dovuto raccontare agli altri 10 secondi in cui è stato particolarmente felice. Quando è arrivato il turno del Giapponese io mi aspettavo, e probabilmente anche tutti gli altri, che dicesse una cosa del tipo "L'ultima volta che ho compilato la mia applciazione ed era bug-free", invece lui ha sorpreso tutti e ha detto "Quando domenica ho potato le rose in giardino".

Tuesday, January 23, 2007

Selene e il tramonto sulla baia

Sabato sono andato di nuovo in barca. Diversa questa volta. Si tratta di Selene, un magnigico yawl (2 alberi) di 40 piedi, rivestito in legno. Il proprietario è Stan, un istruttore di vela in pensione che cerca qualche giovane paio di braccia per aiutarlo a manovrare la sua barca e a fare un po' di manutenzione.
Alle 4.30 abbiamo attraccato alla marina di Berkely, dove il terzo sabato di ogni mese si tiene una sorta di raduno di velisti, con barbecue offerto dalla scuola.
La marina di Berkeley è situata in un luogo quasi incantato, davanti alla baia e circondata da un'oasi di verde. Da lì ho assistito ad uno dei tramonti più belli che abbia mai visto. Non ho nessuna fotografia, perchè avevo lasciato la macchina in barca, ma in ogni caso penso che una foto non renderebbe l'idea.
La marina è direttamente di fronte al Golden Gate, con però in mezzo tutta la baia. Si vede il sole scendere lentamente all'orizzonte e spuntare al di sotto del ponte, che sembra quasi messo apposta per misurare di quanto si era abbassato. Poi il sole piano piano si immerge dell'oceano, si può seguire il movimento a vista d'occhio. L'acqua della baia è piena di riflessi dorati, e man mano che il rosso del cielo sbiadisce si comincia a intravedere Giove brillare di luce riflessa.
Abbassando lo sguardo, come un attore che recita con questo spettacolo come sfondo, si vede un airone (mai visto prima uno dal vivo), che cammina guardingo nell'erba, poi rimane immobile per 30 secondi, poi scatta e cattura un topolino, la sua cena.
Tutto questo immerso in un profondo profumo di gamberi, che popolano la baia oltre che i banconi dei supermercati, e sono molto più profumati che i nostri! (ovviamente mi ero allontanato dal barbecue... altrimenti altro che odore di gamberi!)

Wednesday, January 17, 2007

Cosa vorrà dire?

Questo cartello decisamente esplicito si trova all'imboccatura del Bay Bridge.

Global mess

Mentre in Europa tutti si lamentano del troppo caldo e gli agricoltori sono preoccupati per i danni all'agricoltura... in California i giornali parlano di "freeze warning" e gli agricoltori di Santa Cruz si lamentano perchè le temperature molto più basse della media stagionale stanno distruggendo il raccolto di carciofi! Global warming o più semplicemente global mess ??

Davanti al microonde

"Mi potresti consigliare quanti minuti per scaldare questo piatto?" (pasta fredda e per di più americana al lunch meeting = no good)
"1 dovrebbe bastare"
"Sai, non sono molto pratico col microonde, non lo uso mai"
"What??? Come fai a non usare mai il microonde? Come cucini?"
"Beh, uso i fornelli..."
"D'accordo, ma gli altri giorni come fai a riscaldare il cibo?"
"Solitamente mangio tutto quello che cucino..."
"Vorresti dire che cucini tutti i giorni della roba fresca?"
"Beh, ovviamente, tutte le sere faccio la pasta"
"Davvero?? Cucini tutti i giorni?? I can't believe it!"

Matrimoni americani

Domenica sono andato di nuovo in barca con Dan e Kelly. Per chi si ricorda di quegli strani personaggi e vuole un aggiornamento, la notte di Capodanno Dan ha chiesto a Kelly di sposarla mentre erano in barca sotto al Bay Bridge, circondati dai fuochi di artificio. Si sposeranno il 14 febbraio 2008. Che romantici! Ora Kelly non capisce più niente, ha in mento solamente l'anello, il vestito e la festa, nonostante manchi ancora un anno continua a parlarne, mi ha persino invitato al suo matrimonio (notare che non abbiamo passato finora più di 20 ore insieme)!
Visto che l'argomento di conversazione in barca domenica è stato ovviamente il matrimonio, ho potuto constatare quanto siano effettivamente lascivi e superificiali questi Americani. Alla domanda, rivolta a Dan, "Ma è la prima volta che ti sposi?", ha risposto, pensando quasi che lo stessi prendendo in giro, "No, ho avuto diverse esperienze con il matrimonio, ormai ho imparato come gestirli...". In America è abbastanza normale sposarsi 3 volte nell'arco della vita, ed è difficile sentire una coppia dire "nostro figlio" o "nostra figlia", è molto più comune che uno dei due dica "mio figlio" o "mia figlia", visto che è abbastanza improbabile che i genitori di un ragazzo adolescente stiano ancora insieme...

Berkeley: l'unico posto dove esistono i parcheggi riservati ai NL

...ovvero ai Noble Lore, i premi Nobel. Già, perchè dei 20 premi Nobel di Berkeley ben 7 sono ancora in vita, e visto che parcheggiare on-campus è tutt'altro che facile, l'amministrazione dell'università ha deciso di concedere questo privilegio e istituire dei parcheggi riservati a chi ha ricevuto un premio Nobel!
Sabato scorso ho partecipato ad un'interessantissima visita guidata a UC Berkeley, meglio conosciuta come Cal, la più grande e importante università pubblica della California. La guida era una studentessa undergraduate (ovviamente asiatica), che ci ha raccontato tutte gli aneddoti, le tradizioni e le superstizioni dell'università, dandoci un'idea molto nitida di quanto sia vivace e caratteristica la vita degli studenti del campus. Mi ha fatto una piacevole impressione constatare che effettivamente anche in America esistono le tradizioni, e che un'università che in fondo non ha neppure 200 anni di storia sia così orgogliosa del proprio passato e dei propri costumi da instituire un comitato "to preserve traditions".
Così abbiamo imparato che prima di un esame bisogna toccare la sfera di fronte al campanile se si vuole prendere A, e che se per disgrazia si calpesta una delle placche celebrative a ricordo dei caduti della seconda guerra mondiale che sono disseminate per i marciapiedi del campus bisogna subito correre davanti alla Faculty house e rotolarsi giù dal prato, pena sfortuna per il prossimo anno. Quando si entra in biblioteca si passa sotto la statua di Atena, che infonde saggezza gli studenti che vanno a studiare prima degli esami, ma bisogna stare attenti ad uscire da una porta secondaria, altrimenti Atena quando si passa sotto la sua testa si riprende tutto il suo sapere!
Quando i Bears, vale a dire i giocatori di football di Berkeley, devono giocare contro Standford, storico e acerrimo rivale, bendano la statua del primo allenatore nella storia della squadra: così si può concentrare sulla partita e non sulla statua che ha davanti, rappresentante un nudo femminile!
Berkeley è il regno delle confraternite di studenti, che espongono i loro stendardi sul viale principale d'ingresso al campus. Si va dalla Confraternita del Medioevo, alla Confraternita Indiana, a quella dei Poeti Estinti, proprio come nei film!
Berkeley è anche un'università che ha profondamente influenzato la storia e la politica degli Stati Uniti. Negli anni Sessanta molti studenti usavano incatenarsi alle porte del Rettorato per impedire al Rettore di uscire e costringerlo ad ascoltarli. Dopo innumerevoli disordini la polizia decise di rimuovere le maniglie dalle porte dell'Amministrazione, per rendere più difficile l'incatenamento. Oggi le manifestazione studentesche sono molto più pacifiche, ma i maniglioni sulle porte non sono più riapparsi!

Sunday, January 07, 2007

Back to California

Ed eccomi di nuovo in California, ormai già da 4 giorni... come sapete gli Americani non festeggiano molto il Natale, molti fanno vacanza solo il 25 dicembre e il 1 gennaio, quindi quest'anno mi sono adeguato ai ritmi americani.
Ieri siamo andati a fare una passeggiata a Crissy Field, una spiaggia appena fuori da San Francisco da dove si può assistere ad uno splendido tramonto, con i raggi del sole che si riflettono sui vetri dei grattacieli del Financial Quarter, che sembrano dorati.
Sapete come si pescano i granchi (crab, qui ce ne sono di enormi, e sono deliziosi!)? Si mette una coscia di pollo dentro ad una gabbietta, si mette la gabbia in una rete e la si butta in mare. I granchi inspiegabilmente sono ghiotti di pollo e si attaccano alla gabbia cercando di mangiarlo, rimanendo così intrappolati nella rete.
La cosa più divertente di ieri è stata però il fatto che in una giornata abbiamo cambiato 3 macchine. Alla guida era come al solito un crucco, che per fortuna l'auto l'aveva noleggiata. La prima faceva un rumore strano alle sospensioni che non gli piaceva, così sulla strada per S.Francisco siamo passati all'aeroporto, dove c'è l'autonoleggio, e l'ha cambiata. Dopodiché al parcheggio di S.Francisco ha fatto una retro un po' aggressiva e ha sfasciato il paraurti posteriore. Quindi tornando indietro siamo ancora passati all'autonoleggio per prendere la terza macchina della giornata...

Thursday, December 21, 2006

Arriverò a casa?

Finalmente in partenza... che emozione! Come sarà Piacenza dopo più di 3 mesi che non la vedo?

Heathrow è avvolto nella nebbia, tutti i voli domestici e da/per Parigi e Brussell oggi sono stati cancellati. Arriverò a casa?

http://news.yahoo.com/s/nm/20061221/wl_nm/britain_travellers_dc_2

Monday, December 18, 2006

La Messa Gospel

Domenica scorsa sono andato a sentire la Messa Gospel di St. Glide Church, a San Francisco, famosa in tutta la California. St. Glide è una chiesa metodista, e infatti lo spettacolo a cui ho assistito di simile alla messa aveva ben poco. Sembrava di essere all’interno di un film: una trentina di coristi, per lo più di colore, vestiti con mantelli azzurri, che cantavano inni gospel con tutto il fiato che avevano in gola e accompagnando la musica con suggestivi balletti. A lato dell’altare, o meglio del palcoscenico, una vera e propria orchestra con tastiera, chitarra, sax e batteria. Dietro al coro niente crocifisso o tabernacolo, ma un’abside pitturata di bianco dove venivano proiettate fotografie inneggianti alla carità e alla pace nel mondo. In prima fila un nero di 200 kg in giacca e cravatta (giacca e pantaloni bianchi) che fungeva da “presentatore” e ogni tanto invitata il pubblico (la “congregation”) ad alzarsi in piedi e battere le mani a ritmo di musica. Una cerimonia davvero suggestiva!
La parte più bella però e stata quella per così dire “parlata”, quando il presentatore ha chiamato sul palco alcuni testimonial affinché raccontassero alla congregation la loro esperienza di fede. Gli interventi erano più o meno di questo tipo:
“Buongiorno fratelli e sorelle, sono qui per raccontarvi la mia esperienza di fede, perché voglio che sappiate anche voi quanto è grande il Signore” – coro di applausi – “A 20 anni sono stata coinvolta in un grave incidente stradale, nel quale sono rimasta incastrata con la testa nel parabrezza dell’auto, ma Jesus mi ha salvato” – altro coro di applausi – “Quando avevo 22 anni la mia migliore amica è morta in un incidente stradale. A 25 anni la mia co-inquilina è morta perché è stata investita da un camion mentre attraversava la strada. Allora in preda alla disperazione ho cominciato a drogarmi, e il vuoto è entrato dentro di me. Poi un giorno, mentre ero in preda all’eroina, sono passata per caso davanti alla chiesa di St. Glide, e ho sentito da lontano i canti di gioia. Allora sono entrata e Gesù mi ha chiamato. Ho cominciato a cantare nel coro, ma all’inizio non sentivo niente, perché c’era ancora il vuoto dentro di me. Poi poco alla volta le parole del Signore sono entrate nel mio cuore, e ora sono una donna felice grazie a Jesus. Unitevi anche voi al coro di St. Glide! E mi raccomando, fate tante offerte, perché la chiesa di St. Glide vive grazie alle vostre offerte!”. In quel momento entrava in gioco il presentatore con un breve resoconto finanziario delle attività della parrocchia e appositi inservienti distribuivano ai fedeli dei moduli attraverso cui era possibile effettuare delle donazioni una tantum o mensili alla chiesa tramite carta di credito o addebito automatico sul conto corrente. Sull’abside non è stato proiettata la scritta “Messaggio promozionale”, ma ci mancava poco.
Per sensibilizzare anche le minoranze all’interno del pubblico, è seguito il testimonial di una lesbica che diceva che lei “ha scelto St. Glide” perché questa chiesa è aperta a tutti e si può essere orgogliosi di essere gay o lesbica.
Dopodiché c’è stata la vendita dei gadget della parocchia (t-shirt, cappellini, ventagli, borse da viaggio), gentilmente mostrati alla congregation da alcuni coristi che hanno improvvisato una sfilata sull’altare.
A questo punto il presentatore, per dare un tono alla cerimonia, si è lanciato in un sermone dai toni spirituali durato quasi un quarto d’ora, ma riassumibile nel messaggio “Get up!”. A conclusione della predica una barzelletta a sfondo religioso: "C’è un uomo che sta annegando in mezzo ad un fiume. Un pescatore lo vede e si avvicina con la sua barca, gli getta una cima, ma l’uomo gli urla: “No, non gettarmi la cima, Jesus mi salverà!”. Dopo poco un’altra barca si avvicina e un uomo si sta per gettare in acqua per salvare il poveretto, ma questi gli grida: “No, non buttarti in acqua per salvarmi, ci penserà Jesus a salvarmi!. Una terza barca si avvicina, ma l’uomo grida ancora: “Andate via, Jesus mi salverà!”. Alla fine l’uomo annega. Una volta arrivato in Paradisco incontra Jesus e gli chiede: “Mio Signore, perché non mi hai salvato?”. E Jesus risponde: “Caspiterina, ti ho mandato tre barche!”.

Friday, December 15, 2006

Xmas lights

La Silicon Valley si è ormai riempita di graziosissime luminarie natalizie. Quasi tutti le case sono decorate... e in assenza di pini vengono illuminati gli altri alberi a disposizione nella zona! Però è piacevole girare di sera in centro o anche nei quartieri residenziali.
Sabato scorso siamo andati a visitare il Vasona Park, un parco vicino a Los Gatos dove è stato allestito un percorso di qualche km, da farsi in macchina, attraverso bellissime decorazioni luminose animate. Bambini che fanno a palle di neve, babbi Natale, navi pirata, dinosauri... ce n'era veramente di ogni! Pensate che per entrare nel parco c'era la coda fin dalla strada principale!

Monday, December 11, 2006

Non so se ridere o piangere

La signora Limoni (traduzione in italiano del suo cognome inglese), cioè la mia vicina di ufficio con la partner di nome Anne, è su una sedia a rotelle. No, non è stato un incidente. Le ossa del suo tallone sinistro si sono incrinate a causa del suo peso. Non sto scherzando. Dovrebbe camminare con le stampelle e non appoggiare mai il suo peso (=200 kg) sul piede sinistro, ma non ci riesce, quini ha optato per una sedia a rotelle.

Neutralizzato il timer della luce

Esasperati dal timer che spegne la luce ogni quarto d'ora se nessuno si muove (=si alza dalla sedia e cammina), io e il tecnico informatico abbiamo "neutralizzato" il sensore. E' bastato un ventilatore per ingannarlo.
E' paradossale pensare che alla fine un dispositivo pensato per risparmiare energia induce in realtà a consumare di più (l'elettricità per far funzionare il ventilatore). That's America!

Tuesday, December 05, 2006

Be American: get fat!

E' quello che mi hanno detto oggi al lunch meeting quando ho rifiutato la torta!

Monday, December 04, 2006

Foto di gruppo sulla baia

Come dicevo in questi giorni il tempo è bellissimo, così sabati siamo andati a fare un giro al di là del Golden Gate, da dove si può ammirare una splendida vista della baia e della City. La giornata è proseguita con una passeggiata a piedi nella foresta di Muir Wood, dove crescono i red wood, una varietà di sequoia a fusto più stretto ma più alto rispetto alle sequoie giganti. Per finire, avendo saltato il pranzo per sfruttare le poce ore di luce che l'inverno ci concede, pranzo/cena all'inglese alle ore 5.30pm in un ristorante lungo l'oceano.

Stasera ho fatto il presepio

Sentivo il bisogno di un segno religioso in mezzo alla miriade di messaggi profani e commerciali di cui l'America si sta riempiendo da qualche settimana a qualche parte. Oggi ho sentito anche il bisogno di andare a Messa, di ritrovare un minimo di spiritualità nel regno del materialismo. E' cominciato l'Avvento, ma molti qui probabilmente neppuro lo sanno.
Di certo non si può dire che da noi il Natale non sia una festa commerciale, però qui è peggio. Il significato religioso del Natale è stato completamente inghiottito da Santa Claus, dai pupazzi di neve e dai pini decorati... tra gli innumerevoli scaffali con addobbi natalizi dei grandi magazzini di San Francisco ho fatto molta fatica a trovare un presepio. Alla fine ne ho trovato uno made in China, scontato del 50%, si vede che nessuno lo comprava. Pecorelle neanche a parlarne, allora ho deciso di metterci gli orsi, sono più tipici del luogo.
E poi fa veramente uno strano effetto vedere gli alberi di Natale vicino alle palme, girare per una città addobbata per Natale sotto un sole splendente, con una giacchettina leggera e con gente che gira in infradito (non è che faccia così caldo, ma siamo in California... venerdì sera c'erano 6 gradi eppure al cinema c'erano delle ragazzine in infradito!). Lo scorso week-end, quando sono andato alla Death Valley, mentre guidavamo abbiamo trovato una stazione radio che trasmetteva solo canzoni di Natale: che strana sensazione girare nel deserto con "Silent night" come colonna sonora! In realtà è una questione culturale: il deserto non è poi un paesaggio così estraneo al Natale, in fondo Gesù è nato praticamente in mezzo al deserto.
Un'ultima chicca: oggi a San Francisco ho visto una vetrina Natalizia davvero carina, realizzata come appartamento privato di un graziosissimo micio in carne ed ossa, con tanto di divano su misura e tavolo con abat-jour e ciotola ripiena di cibo per gatti!

Friday, December 01, 2006

La Valle della Morte

La scorsa settimana ho sfruttato il long week-end del Giorno del Ringraziamento per andare a visitare la Death Valley. E' una delle meraviglie naturali più belle che abbia mai visto in vita mia. Quella che nella foto in alto sembra acqua, o neve quando la si vede dal vivo, in realtà è un'enorme distesa di sale. Per di più situata a -86 m sotto il livello del mare, il punto di elevazione più bassa nell'America del Nord. Il silenzio, la maestosità del panorama e il potere della natura sono impressionanti. Il paesaggio è estremamente vario: si passa dal deserto di sale alle dune di sabbia, a canyon scavati nella roccia dal vento e dalla poca piogga che cade qui, a montagne di più di 1000 metri da cui ammirare la valle.
Abbiamo persino avuto un incontro ravvicinato con un coyote, che è comparso a pochi metri da noi. Sarà perchè sono magro e non c'è molto da mangiare, ma è scappato il coyote.
La parte forse più bella dell'escursione, di cui però nessuna fotografia potrà mai rendere l'idea, è stato il tramonto e il cielo stellato che lo ha seguito. Non ho mai visto in vita mia un cielo così. Nessuna luce naturale a portata d'occhio. Costellazioni che sembravano disegnate, miriadi di stelle luminosissime sul firmamento. Almeno una decina di stelle cadenti. E' una vista indescrivibile.
Sarà perchè guardavamo le stelle anziché i cartelli, sarà che eravamo stanchi perchè la mattina ci eravamo alzati alle 4 per vedere l'alba nel deserto (bellissima anche l'alba ovviamente), fatto sta che nel tornare indietro abbiamo sbagliato strada e ci siamo trovati alle 10 di sera nel bel mezzo del deserto, a miglia e miglia da qualsiasi insediamento umano, su di una strada sterrata. Macchine incrociate: zero. Ovviamente nella valle della morte il cellulare non prende da nessuna parte.
Fortunatamente avevamo una buona cartina e soprattutto mezzo serbatoio di benzina, così siamo arrivati in albergo senza problemi dopo un tour nel deserto by night. Io continuavo a pensare: e se buchiamo? Beh, avevamo 6 bottigliette d'acqua, una banana... poi ci sarebbe toccato cominciare a dare la caccia al coyote!

Come ubriacarsi a scuola

Si chiama Wine Tasting Evening ed è organizzata dall'università come evento di marketing.
Praticamente ci si siede tutti nei divani della hall (e sì, qui al campus c'è una hall con i divanetti) e c'è una somelier che presenta 3 bottiglie di vino bianco e 3 bottiglie di vino rosso. Descrive un vino alla volta, raccontando con grande enfasi oratoria dove è prodotto, la sua storia, con quali cibi si abbina eccetera eccetera. Poi versa a tutti i partecipanti un bicchiere del vino presentato, invita tutti a degustare e a condividere le proprie sensazioni. E qui se ne sentono di tutti i colori... va bene che il vino californiano è di ottima qualità, però gli americani che fanno gli esperti di vini fanno proprio ridere. "Apple... questo vino sa di mela" "No no, raspberry!" Pear, strawberry, lemon, oak, pepper, butter (??), coffee (??) ne ho sentite di tutti i colori! Però il vino era buono e comunque con una persona che te lo descrive e lo sorseggia davanti a te emettendo deliranti sospiri di piacere è ancora più buono. L'organizzazione forniva anche dei deliziosi stuzzicchini per accompagnare la degustazione, però erano pur sempre le 7 di sera e sei bicchieri di vino a stomaco quasi vuoto sono davvero tanti per un inesperto bevitore come me... vi dirò solo che alla fine sono tornato alla mia scrivania e ho aspettato mezz'ora prima di tornare a casa perchè mi girava la testa! Senza accorgermene canticchiavo "La donna è mobile..." Nel frattempo è passato il preside della facoltà (anche lui ovviamente aveva partecipato all'evento, è marketing), bello rosso in faccia "Buono il wine tasting, eh?" e si è messo a canticchiare anche lui!
Conclusione: ma non sarebbe ora di cominciare a fare un po' di marketing anche al Politecnico?

Wednesday, November 29, 2006

Thanksgiving

Giovedì scorso era il Giorno del Ringraziamento, quando tutti gli Americani si sentono più buoni, inclusi i tacchini. E' forse la festività più sentita da tutti gli Americani di ogni razza e religione, addirittura più del Natale. Questo probabilmente è dovuto al fatto che non è una festa religiosa e nemmeno politica, ma una festa legata alla storia comune di tutti gli Americani, alle loro origini. Per dirla con le parole di una bambina di 8 anni alla recita organizzata dalla scuola (me lo hanno raccontato): "Il Giorno del Ringraziamento è una grande festa per ricordare quando i nostri antenati hanno attraversato l'oceano, hanno ucciso tutti gli indiani e hanno conquistato l'America".
Sono proprio contento perchè ho "sentito" molto il giorno del Ringraziamento, sono riucito a viverlo anch'io, forse grazie al fatto che ormai vivo a stretto contatto con molti Americani. E' importante secondo me partecipare emotivamente alle usanze di un popolo di cui si è ospiti. Mercoledì tutti erano contenti e si scambiavano gli auguri, molti hanno finito di lavorare prima perchè partivano per andare a trovare i propri parenti lontani... anch'io ho scritto "Happy Thanksgiving" nelle mail che ho spedito.
Il mio professore è stato molto gentile e mi ha invitato a cena a casa sua, così ho potuto mangiare un vero tacchino, preparato con cura la sera prima e fatto rosolare per 5 ore, con tanto di stuffing, cioè ripieno a base di pane, patate dolci, uvetta, mirtilli rossi e altre cose indicibili che non voglio nemmeno ricordare. I miei amici invece hanno accettato l'invito di Leonard, un cinese che aveva detto di sapere la ricetta tradizionale del Thanksgiving turkey. Io li avevo avvertiti: "Guardate che è un cinese e il tacchino secondo me ve lo fa fritto..". Ebbene sì: mi hanno raccontato che arrivati a casa di Leonard hanno trovato un fornello a butano nel giardino con sopra un enorme pentolone pieno d'olio (e non oso immaginare che olio) con dentro il tacchino! Il ripieno a base di ostriche, proprio la tipica ricetta americana!

Wednesday, November 22, 2006

Sailing on the Bay

Domenica ho finalmento realizzato uno dei miei sogni: sono uscito in barca sulla baia, sono passato sotto al Golden Gate con lo spinnaker entrando "ufficialmente" nell'Oceano Pacifico e, dopo uno splendido tramonto, siamo rientrati in porto navigando dolcemente di fronte ad una spettacolare San Francisco by night.
Qui le cose funzionano molto più semplicemente che in Italia: ci sono dei siti Internet dove ci si può iscrivere gratuitamente e dove si può mettere un annuncio del tipo "Ciao, mi chiamo Eugenio, amo la vela e amo il mare, c'è nessuno che mi porta fuori in barca sulla Baia?". E la cosa impressionante è che mi hanno risposto in tre! Ho scoperto che qui è abbastanza comune per chi ha una barca cercare qualche membro dell'equipaggio aggiuntivo da ospitare gratis, solamente per avere compagnia! In Italia il Velamare ti farebbe pagare anche solo perchè hai avuto l'idea di uscire in barca! Poi ogni volta che conosco degli Americani nuovi per me è una vera e propria esperienza culturale, ci si rende conto di come è vario il mondo.
Passiamo a descrivere i membri dell'equipaggio di Dixie, il 33 piedi su cui sono uscito domenica. Il proprietario è Dan, un infermiere che lavora nell'Emergency Room (sì, è proprio l'ER, quella del telefilm). Se non fosse per la panza tipicamente americana, quando timona letteralmente con i piedi, con la sua berretta in testa e le sigarette che accende una in fila all'altra, sembrerebbe un vero e proprio lupo di mare. Viene dall'Alabama, e spiega che in Alabama "Everybody can use a gun". Racconta che uno dei giochi preferiti degli adolescenti è andare sulla riva di un torrente con una cassa di birra, berle tutte, buttare le lattine nell'acqua e poi fare a gara a colpirle con un M16 ("C'è stato un periodo in cui con 10 bucks se ne trovavano buoni di seconda mano..."). Lui e i suoi amici erano ad uno stadio più evoluto del gioco, in quanto lo facevano con le mini bottiglie di rum, come quelle che si trovano nei minibar degli alberghi: sono molto più piccole di una lattina e devi scolarti il rum e non la birra, per cui bisogna avere una mira molto migliore.
Poi c'è Kelly, la fidanzata di Dan (precisazione: sia Dan che Kelly hanno 50 anni). Sembra uscita da un film. Non smette un attimo di parlare, vuole imparare l'italiano, le piace particolarmente il suono della parola "lupo di mare" e di "bugiardo". Continua a chiamare il suo fidanzato "Honey" rasentando il grottesco.
"Honey, mi verseresti un bicchiere di vino bianco? Se non puoi versarmelo adesso anche dopo, quando sei più comodo, Honey"
"Certo Darling, lasciami solo un attimo così finisco di virare ed evitiamo di schiantarci contro il pilone del Bay Bridge"
"Ok Honey... I know you are a master...a master in everything...my master" (testuali parole, pronunciate con tanto sentimento).
Dopodiché c'è Dave, detto anche George W. dagli amici per la sua impressionante somiglianza con il Presidente. Ovviamente naviga con in testa un cappello da cowboy texano. Racconta storie degne dei migliori romanzi, come quando si è trovato sotto il Golden Gate con 75 nodi di vento, in piedi sul bordo della barca completamente sdraiata sull'acqua, con la randa in acqua, e ha detto al suo equipaggio che chiedeva se doveva mettersi il salvagente "Ormai è troppo tardi, dobbiamo farcela senza salvagente!"; oppure come quando si è perso nella nebbia appena fuori dalla baia e dopo aver cercato invano per ore di orientarsi con i segnali sonori è stato tratto in salvo da un rimorchiatore di passaggio. All'atto pratico sbaglia clamorosamente una virata, cerca di issare la randa col vento in poppa e arma lo spi col tangone dalla parte sbagliata. Possiede però una macchina fotografica con un obiettivo più lungo del mio braccio, con la quale scatta fotografie dai posti più impensabili... sono in attesa delle sue foto!
Ultimo americano è Greg, che nella vita fa il pompiere, l'unica persona la cui esperienza marinara mi è parsa veramente ragguardevole.
Denominatore comune a tutti questi personaggi: l'alcool. Hanno iniziato la giornata secondo la loro tradizione, cioè facendo un brindisi con il rum, a cui anche il mare partecipa (si versa in acqua un bicchiere di rum per propiziarselo). Dopodiché si passa alle birre (innumerevoli) e alle bottiglie di vino, tutto rigorosamente a stomaco vuoto. Quando sono sceso sottocoperta sono rimasto senza parole: Dan possiede una collezione di vini, rum e whisky degna delle migliori cantine, e di certo non lascia le sue bottiglie ad ammuffire! Ma la cosa ancora più impressionante è che nonostante quello che abbiano bevuto sono rimasti tutti pressoché sobri!
Al di là degli scherzi sono una comitiva di persone davvero simpatiche e molto ospitali, d'altra parte quando hai un equipaggio di quattro persone che sono amiche e si conoscono che motivo c'è di invitare a bordo altri quattri sconosciuti (io, Paolo e due francesi)? That's America!

Tuesday, November 21, 2006

Povero ascensore!

Vi ricordate la mia collega di ufficio che nonostante abbia tre figli ha una partner di nome Anne? Come già detto pesa circa 200kg. E' successo l'irreparabile: il tendine del suo piede sinistro ha ceduto sotto al suo peso, e deve usare le stampelle per un mese. Così non può più fare movimento fisico e la sua situazione non potrà che peggiorare, l'unica cosa che faceva probabilmente erano le scale, ormai non può più fare neanche quelle e prende l'ascensore... è un circolo vizioso! Anche il tecnico informatico a causa dei suoi 100kg ha un problema alle ginocchia, anche lui non fa più le scale e prende l'ascensore...

Twin Peaks

Non è il nome di un telefilm... è il nome di due colline a sud di San Francisco che dominano la città con una vista mozzafiato. E visto che sono in vena di fotografie by night, sotto potete vedere una foto scattata dal mio amico Bax con la sua mitica reflex digitale da un altro punto panoramico della baia.

Alcatraz

Sabato scorso sono finalmente andato ad Alcatraz. Vale la pena andarci anche solamente per la splendida vista di San Francisco che si ha dal traghetto, ed in ogni caso la visita guidada alle celle è veramente interessante. In fondo non capisco perchè i prigionieri si lamentassero tanto e cercassero tutti di scappare... Sei su una bellissima e tranquillissima isola in mezzo ad una delle baie più belle del mondo, hai una confortevole cella di 2,5 x 1,5 m con vista su San Franisco (vogliamo mettere?) con tanto di materasso, biancheria pulita e vitto gentilmente offerti dalla casa. Per di più hai anche la doccia calda gratis! Io avrei fatto la firma per starci!Eh sì, ai detenuti veniva fatta fare apposta la doccia calda in modo che non fossero abituati all'acqua fredda nel caso volessero tentare la fuga. San Francisco è a neanche 2 km di distanza, ma l'acqua della baia è 12-15 °C e ci sono correnti fortissime... tanti hanno provato a scappare e non ce l'hanno fatta, solamente 5 casi sono ancora irrisolti: detenuti che sono riusciti ad evadere e si sono buttati in acqua, ma di cui non si è più saputo nulla. Ce l'avranno fatta? Oggi avrebbero tutti più di 80 anni...

Tuesday, November 14, 2006

La mia prima "un-conference"

Venerdì scorso andato al MySql camp, la mia prima "un-conference". Una un-conference è una conferenza dove i partecipanti possono decidere di cosa parlare e possono improvvisare un panel, una sorta di conferenza wiki. Praticamente c'è un sito internet wiki dove è possibile trovare l'elenco dei partecipanti, le sale disponibili per la conferenza e i panel proposti. Per iscriversi è sufficiente modificare la pagina e aggiungere il proprio nome, la stessa cosa per proporre un panel. Ovviamente c'erano anche delle sessioni proposte a priori da MySql, però l'idea secondo me è molto carina.
L'apertura della conferenza (o meglio dell'a-conferenza) è stata molto insolita, infatti il tavolo dei relatori era vuoto. Anziché il solito saluto del chairman, che alla fine dice sempre le stesse cose, tutti i partecipanti si sono presentati uno ad uno dicendo chi fossero e perchè fossero lì. Ed essendoci circa 150 persone la cosa ha richiesto più di un'ora, però è un ottimo modo per conoscere le persone, o meglio per capire chi vale la pena conoscere. E' stato un evento davvero interessante, sia per gli argomenti trattati che per le persone che ho conosciuto, tra cui il sig. Monty, il finlandese fondatore di MySql (sapevate che My in realtà è il nome di sua figlia?).
Ma veniamo agli aspetti faceti. A questa conferenza ce n'era veramente di ogni. Qui accanto vedete Chip (che per ironia della sorta in inglese vuol dire "Scheggia" o comunque "Frammento"), l'uomo più grasso che abbia mai visto nella vita mia. Probabilmente dalla foto non si riesce a capire, ma era talmente grasso che si è dovuto sedere per terra perchè le sedie avevano i braccioli ed erano troppo strette per lui e quando è andato il bagno ha dovuto usare quello degli handicappati perchè la porta degli altri gabinetti era troppo stretta. Gli altri partecipanti alla conferenza, provenienti da praticamente tutto il mondo, costituivano un vero campionario di tutte le diverse tipologie di individui appartenenti alla razza umana. Si andava dal vero "original" sviluppatore open source, che nella sua vita non ha mai visto molto oltre ad un computer (quello che qua si chiama "geek" e che da noi si chiama smanettone), con la pancia, la maglia macchiata di caffè, il cappello da baseball storto e le calze rigorosamente bianche, a un VP di Oracle in camicia e pantaloni venuto a scoprire cosa bolle in pentola; dal texano con il tipico cappello e gli stivalazzi di pelle allo stilista inglese, chiaramente omosessuale, con una maglietta grigia attillata e una sciarpa e un basco rossi coordinati, che ha deciso di creare un database con i dati dei suoi clienti ed è venuto a curiosare.Su più di 150 partecipanti c'era una sola donna, molto attiva e pronta appunto ad incarnare la parte della prima donna. Assomigliava parecchio a Lisa Simpson per il suo modo di fare, se non fosse per il suo sedere a contrabbasso e i capelli lunghi fino a metà schiena (abbastanza di moda tra le americane). La cosa però che immediatamente saltava agli occhi è che mentre gli altri parlavano lei con una mano scriveva sul suo laptop e con l'altra lavorava a maglia...
A pranzo poi ho assistito ad una scena esilarante. Diciamo che ho conosciuto dal vero non solo Lisa, ma anche Homer Simpson. C'era questo americano, pelato e con la panza, che aveva preso la bistecca al buffet e poi si è venuto a sedere al tavolo come tutti gli altri. Si accorge di non aver preso le posate. Si guarda un po' intorno con aria perplessa, poi decide che alzarsi per andarle a prenderle è troppo faticoso e incurante di tutto e di tutto prende la bistecca con le mani e comincia a divorarla.

Tra orsi e sequoie

E' un po' che non scrivevo sul blog, vero? Il tempo purtroppo è tiranno... Cercherò di rimediare mettendo un po' più fotografie del solito, tutte scattate al parco di Yosemite, dove sono stato con i miei genitori ormai due settimane fa. Li sì che la natura è incontrastata e che si vedono distese di alberi senza il segno dell'uomo... con i colori dell'autunno il paesaggio è stupendo.
Una cosa caratteristica del parco di Yosemite sono gli orsi, che anche se vengono chiamati "black bears" in realtà sono orsi bruni e non grizzly. Purtroppo non sono riuscito a vederne neanche uno dal vero, perchè gli orsi bruni hanno molta paura dell'uomo e non si avvicinano mai di giorno alle zone abitate. I ranger hanno addirittura detto che se si incontra un orso bruno e si comincia ad urlare lui si spaventa e scappa. Bisognerebbe provare. Quello che vedete qui sopra è un contenitore "anti-orso". Nel parco se ne possono trovare a centinaia lungo le strade e nelle zone attrezzate per la sosta. Il fatto è che gli orsi bruni sono carnivori solo per il 20-30% della loro dieta e si cibano anche di erba, foglie e bacche, tutte cose a basso contenuto calorico. Potete immaginare la felicità dell'orso quando incontra uno zaino con dentro cibo per qualche migliaia di calorie (stiamo parlando di americani). Anche se lo zaino è dentro alla macchina l'orso lo sente dall'odore e "apre" la macchina. Ho visto foto di macchine devastate dagli orsi, è impressionante. Quindi non bisogna lasciare mai cibo in macchina o in giro, ma metterlo negli appositi contenitori anti-orso. Il cartello sopra al contenitore si raccomanda di chiudere anche la clip elastica che blocca il catenaccio, perchè gli orsi sono animali molto intelligenti e sono in grado di tirare il catenaccio e aprire il contenitore (che a questo punto contiene decine di migliaia di calorie). Un ranger mi ha addirittura raccontato che quest'estate quando faceva il suo giro di pattuglia serale per un campeggio ha notato un macchina con la portiera aperta, ma senza dentro niente. La sera dopo la stessa cosa. La terza sera si è appostato e ha visto un orso che si avvicinava alla macchina, che incautamente o fortunatamente non era chiusa a chiave, tirava la maniglia, apriva la portiera, prendeva lo zaino e se ne tornava nel bosco. In una scala di intelligenza dove il cane è 31 e il gatto è 32 l'orso è 59! Probabilmente si era appostato ai bordi del campeggio aspettando il momento giusto per andare a cercare del cibo, e nell'attesa non aveva altro da fare che osservare quello che gli stava intorno. Così ha collegato che se "toccava" la macchina in quel determinato punto la portiera si apriva e la cena era servita.

Altra attrazione del parco sono le sequoie. Non avevo mai visto una sequoia in vita mia e l'effetto è affascinante. La fotografia non dà l'idea delle proporzioni, ma nello squarcio della sequoia di destra, causato da un incendio, può passare un camion. E la corteccia delle sequoie è molto piacevole, perchè è rossastra e al tramonto il riflesso dei raggi del sole crea un effetto quasi magico. Sopra vedete una pigna lunga 35 cm (l'altra è una pigna normale, come quelle che ci sono da noi). All'inizio io avevo subito pensato che fosse la pigna di una sequoia...per un albero grande... ci vuole una pigna grande, invece ho scoperto che le sequoie hanno delle pigne piccolissime e che quell'arma impropria di pigna proviene dal "sugar pine", una varietà di pino. Le pigne rimangono attaccate agli alberi per 2 anni finché non cadono, e non vorrei trovarmi sotto al pino in quel momento...

Balene o squali?

Surfisti! A Santa Cruz, tutti in attesa dell'onda giusta. Quando arriva l'onda si scopre che il 90% sono surfisti "della domenica" come potrei essere io e solamente pochissimi sono veramente in grado di cavalcare l'onda. Perchè soffro il freddo però mi piacerebbe provare... anzi mi sa che prima o poi provo!

Monday, November 06, 2006

My partner...

Oggi ho scoperto una cosa che mi ha lasciato abbastanza impressionato, si vede che la mia mentalità è troppo tradizionalista. La mia collega di ufficio (3 figli tra i 3 e i 10 anni, a giudicare dalla foto probabilmente oltre i 200 kg in tutto, con lei si sfiora la mezza tonnellata) si lamentava del fatto che "My partner" avesse poche ferie (2 settimane, che è tanto qui negli States, dove alcune aziende danno anche una sola settimana di ferie all'anno!) e che non riesce mai ad andare in campeggio. A quel punto io per curiosità le ho chiesto che lavoro facesse "your husband". Lei mi ha guardato un po' male e poi mi ha risposto: "My partner, Anne, ...".
Non ho osato chiederle da dove vengano i tre bisonti... cioè volevo dire i tre figli.

Wednesday, November 01, 2006

10 Shot at San Francisco Halloween Party

Gli Americani sono proprio dei pazzi...
Ieri sera non sono andato alla festa di Hallowen a San Francisco perchè ci sono qui i miei genitori, che sono venuti a trovarmi, e ho deciso di stare con loro. Benomale! Leggete cosa è successo:
http://abcnews.go.com/US/wireStory?id=2620655&page=1

New York

Questo week-end sono stato a New York. E' una città estremamente affascinante, probabilmente un caso unico in America, insieme a S.Francisco. Il panorama dal ponte di Brooklyn o dalla cima dell'Empire State Building è mozzafiato, non penso di aver mai visto così tanti grattacieli e così alti in vita mia.
New York è una città da camminare. E' bello girare per le strade all'ombra dei grattacieli, in mezzo ai grandi magazzini di tutte le più famose marche; girare fra le viette dei quartieri di downtown, Soho, Greenwich Village, immersi nel verde, o meglio nell'arancione data la stagione. Non so quante miglia a piedi mi sono fatto, dalla St. John Cathedral a Lower Manhattan, passando da Central Park, che per molti newyorkesi è il vero cuore di New York, o meglio il polmone. La cosa che lascia sempre un po' perplessi quando si visitano queste città straniere è la mancanza delle piazze. Time Square è molto bella, una Piccadilly Circus al cubo, con tutte le pareti dei palazzi per legge ricoperte di insegne pubblicitarie al neon. Però è un incrocio di strade, non una piazza. Altra cosa abbastanza destabilizzante sono i taxi. I taxi costano molto poco e sono convenienti, solamente che non hanno un numero di telefono e neppure un parcheggio riservato. Per prendere un taxi si fa proprio come nei film: ci si mette sul bordo della strada e si alza la mano (you hail a cab). E' molto bello recitare questa scena perchè ti senti come in un film, ma la cosa diventa molto meno piacevole alle 6 di sera sotto la pioggia quando devi stare venti minuti in mezzo alla strada con la mano alzata prima che arrivi un taxi libero. E' così comodo telefonare...
Mi hanno detto che stanno ricostruendo le Torri Gemelle e che dovrebbero essere finite nel 2009 (in realtà per ora Ground Zero è ancora un buco nel terreno): un'ottima scusa per tornare a New York!

Halloween

Gli americani per Halloween diventano letteralmente pazzi: vendono zucche ovunque e di tutte le misure, i locali sono tutti addobbati in stile “horror”, hanno addobbato perfino l’università!

Oracle OpenWorld e i venditori americani

La scorsa settimana sono andato ad Oracle OpenWorld, un evento paragonabile al nostro SMAU, solamente che è organizzato da una sola azienda. C'erano 42.000 persone e S.Francisco era invasa dai partecipanti, ben riconoscibili dal badge attorno al collo.
Per poter arrivare alla sala dove si tenevano i keynote speech ho dovuto attraversare la sala dedicata agli "espositori", rappresentanti di tutte le aziende informatiche e di servizi dalla più piccola e sconosciuta fino a nomi come Dell, Deloitte e AMD. L'esposizione era organizzata in perfetto stile americano, con campi da golf in miniatura a disposizione dei potenziali clienti, pareti di arrampicata per visualizzare in modo concreto la mission di un'azienda che vuole "andare oltre ogni limite", banchetti che regalavano dolciumi immondi e ogni altro genere di junk food. La cosa peggiore però sono i venditori americani. Giovani rampanti e in carriera adocchiano il tuo nome leggendolo dal bagdge, a quel punto ti seguono mentre cammini e cominciano:
"Hi Eugenio! How is it going?" (Ma chi sei? Manco ti conosco!)
"Well, thank you. I was just going to the keynote speech room".
"Oh, great! Do you know XYZ?"
A quel punto non facevo in tempo a rispondere "NO grazie" che lui mi aveva già messo in mano un gadget insulso e continuava:
"We are a consulting firm in Silicon Valley and we....bla bla bla..."
A quel punto scappavo. Dopodiché mi è capitato di fare l'errore di guardare verso uno stand anziché tenere lo sguardo fisso davanti a me (tra le altre cose l'esposizione era organizzata come un vero e proprio labirinto, arrivare alla sala della conferenza era volutamente molto difficile!). Un venditore mi ha subito adocchiato, come buttare benzina sul fuoco.
"Hi! How are you? I'm sure you are already a customer!"
"Well, I don't think so... I'm a PhD Student at the moment".
"Oh, you never know... let me check your name, I'm SURE you are one of our customers!"
Va beh, fagli controllare il nome... A quel punto la conversazione rasenta il grottesco:
"Oh! We never did business together before! What a pity! Are you interested in a partnership?"
"As I told you I'm a student..." (...e in ogni caso non so chi sei e neppure che cosa vendi!)
"But what is your company? What is your target market?"
A quel punto ho capito che era un caso disperato e sono scappato di nuovo (non senza essermi accaparrato due o tre gadget, almeno quelli...)
Altro incontro, sempre abbordato mentre cammino fra gli stand:
"Hi Eugenio! Are you looking for something in particular here?"
" Yes, I'm looking for commercial Open Source companies or software houses which use Open Source for some of their applications"
"Do you know XYZ? We sell mass storage devices"
"Yes, but I'm looking for software companies, not hardware..."
"Why don't you sit here and look at a demo of our disaster recovery solution ?"
Un altro caso disperato.
Alla fine sono riuscito ad arrivare alla sala della conferenza vera e propria. Ci saranno state almeno 3 o 4 mila persone, penso di non aver mai visto una sala così grossa. Anche la presentazione è avvenuta in perfetto stile americano, con il CEO di Oracle che sale sul palcoscenico seguito dal fascio di luce di un faro mentre cammina, con musica trionfale in sottofondo. Parla camminando a destra e sinistra sul palco enorme, come se dovesse incitare la folla. Viene ripreso da svariate telecamere che proiettano la sua immagine sui maxischermi sparsi per la sala. Indossa una giacca blu e una camicia senza cravatta. Rossa. Non usa slide, ma video e cartoni animati appositamente realizzati per il suo discorso. La regia è perfetta.
Ad un certo punto colpo di scena: gli altoparlanti cominciano a diffondere un inno patriottico che esalta il Texas, si spengono le luci e fa la sua entrata trionfale Michael Dell, il fondatore nonché CEO della Dell. Pensate che nel 1984 ha cominciato investendo solamente 1000 dollari e ora ha 85 milioni di contratti di servizio in tutto il mondo. I due CEO si siedono su degli sgabelli e cominciano a discutere di quello che faranno insieme in futuro, come se fossero ad un talk show.
Ascoltare questi keynote speech è sempre interessante, anche se in questo caso erano molto orientati al marketing... d'altra parte la conferenza si chiamava Oracle OpenWorld... In ogni caso alle conferenze americane non ci si annoia mai, sembra di essere a teatro!

Tuesday, October 24, 2006

Sabato c'erano 27 gradi

Centigradi ovviamente! Il clima della California è davvero splendido! Durante la notte le temperature si abbassano fino a 10 gradi, ma di giorno sembra di essere ancora d'estate. Domenica siamo andati a visitare il parco di Point Lobos, un promontorio sull'Oceano a sud di S.Francisco, vicino a Carmel. Era pieno di leoni marini e di cervi, che non avevano alcuna paura dell'uomo e si lasciavano avvicinare a distanza di pochi metri e fotografare. Sotto sera la temperatura si è abbassata ed è cominciata a salire la nebbia dall'oceano, creando un'atmosfera davvero spettrale. Il sole al tramonto filtrava appena nell'aria, la nebbia cominciava ad aleggiare nel bosco deserto e le onde si infrangevano sugli scogli con un fragore continuo e assordante. Mentre giravamo in macchina per le strade del parco io pensavo "Speriamo che questa macchina non si rompa!", altrimenti avremmo potuto girare The Blair Witch Project 2. Nelle foto alcune bellezze locali.